Mi chiamo Elena Pesce, classe 1984, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e attuale proprietaria di Rattopennugo.

Vuoi sapere com’è nato il negozio e come sono arrivata fin qui?

Beh, la storia comincia quasi 43 anni fa…

…in una minuscola bottega del centro storico, dai soffitti a volta bassissimi e le finestre inesistenti, una giovane e ambiziosa donna: era Laura Poggi, mia madre. 

 Il nome del locale nacque proprio da lì: un suo amico pittore, entrando per la prima volta, esclamò in genovese: “Paéi pròpio a cavèrna du rattopennugo!” (Sembra proprio la caverna di un pipistrello!”).

Nato come negozio di stampe e cornici, nel corso degli anni ha preso una direzione diversa, fino a includere ogni tipo d’elemento d’arredo ed espandendosi a nuovi servizi, come il restauro e le valutazioni.

Dal 1976 Laura ha guidato l’attività con pazienza e sapienza, permettendomi di affiancarla e aiutarla, finché non sono subentrata nella conduzione dell’attività a tutti gli effetti.

Da bambina non credevo avrei seguito la tradizione di famiglia, nonostante l’antiquariato sia sempre stato una presenza costante nella mia vita.
Quando non ero a scuola, mentre i miei coetanei andavano al parco giochi, io ero sempre in negozio.
Specialmente nel periodo di Natale, era davvero divertente: mi piaceva stare in mezzo alla gente, ascoltare le loro storie…mi piace tuttora!

Non avevo sempre voglia di seguire i miei genitori che, alla ricerca di pezzi d’epoca da esporre in negozio o per comprare ai mercati d’antiquariato, mi caricavano sul furgone con tutto il resto, girando l’Italia e l’Europa.
All’epoca avrei di gran lunga preferito rimanere a casa con gli amici, a Genova; ad oggi e con gli occhi di adesso, è stata un’esperienza che pochi ragazzini possono dire di aver provato: formativa, appagante, che mi ha davvero fatta innamorare del mio lavoro futuro e che custodisco nel cuore con gratitudine.

Ho capito che era il lavoro della mia vita quando ho concluso la prima vendita: un tavolo da cucina ad un adorabile signore genovese. Ero sudata e tremante come una foglia, ma ce l’ho fatta!