Olio su tela – Genova – Epoca Barocca – Fine ‘600, primi ‘700 – Cornice originale.
Grande olio su tela raffigurante un paesaggio di fine ‘600 – primi ‘700, Periodo Barocco.
Scuola genovese, rimanda al più celebre pittore Carlo Antonio Tavella (https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Antonio_Tavella) forse un allievo, sicuramente una mano felice.
Cornice in lacca color crema e profilata in oro antica.
La scena è tra quelle che più ebbero fortuna in quegli anni: lungo la riva del mare che crea un’insenatura sulla destra, si stagliano gli scogli che noi genovesi tanto bene conosciamo.
Tutto sulla sinistra un ramo di un albero che crea profondità, mentre all’orizzonte, quasi invisibili, velieri veleggiano sulle onde.
Ma l’occhio si concentra su questa rovina al centro della scena: una costruzione fatiscente che anticipa un soggetto che ebbe poi tanta considerazione nel XVIII Secolo, il “Capriccio architettonico”.
A livello filosofico i capricci rappresentano la forza della Natura (ricordiamo che la cosiddetta pittura profana, cioè non sacra, era appunto Pro-Fania, al di fuori della religione e del pensiero, quindi, in senso traslato, per la Natura) che vinceva sull’Uomo e quindi su tutte le creazioni razionali della razza umana.
L’artista ci ricorda quindi la caducità della Vita e quanto l’Uomo sia impotente e insignificante rispetto la Madre Terra, concetto quanto mai oggi attualissimo.
Da notare i personaggi, mercanti e pescatori, sparpagliati per tutta la riva e molto dettagliati, seppur definiti con veloci colpi di pennello che donano dinamismo alla scena e i colori scelti, tenui, quasi come se l’intero quadro fosse immerso nella foschia tipica dei luoghi di mare.
Piccole cadute di colore, patina sulla tela e sulla cornice, ma condizioni generali molto buone e di cui il prezzo tiene conto.
Grande esempio di ciò che fu Genova un tempo, sperando solo di poter di nuovo raggiungere le eccellenze passate.